BiDiMedia, in collaborazione con il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e il Roma Pride, ha realizzato un sondaggio legato alle tematiche LGBTQ+ che è stato presentato mercoledì 11 giugno alla Pride Croisette, alle Terme di Caracalla a Roma.
Dieci sono state le domande poste agli Italiani, e si è partiti proprio con il Pride. Abbiamo domandato agli elettori cosa fosse per loro il Pride: per il 42% degli Italiani il Pride è una “carnevalata”, mentre per il 28% è “una giornata di rivendicazione politica” e per il 25% è una “festa”.

Abbiamo poi chiesto se serve ancora come manifestazione e le risposte si equivalgono. Il 48% ha risposto sì, divisi rispettivamente tra il 19% di chi dice che è “un simbolo di lotta” e il 29% che risponde che “andrebbe impostato diversamente”, mentre il 27% ha risposto di no. In questo caso il 14% crede che non serva in quanto “i diritti sono ormai acquisiti” e il 33% risponde che è “una carnevalata”.

Abbiamo testato anche la conoscenza degli elettori riguardo a due temi molto dibattuti: il matrimonio e la Gestazione Per Altri (GPA). È stato chiesto agli elettori se secondo loro, a legislazione vigente, le coppie LGBTQ+ in Italia si possono sposare. Il 43% ha correttamente risposto che l’istituzione del matrimonio è destinata alle sole coppie eterosessuali, mentre per il 35% tutte le coppie possono contrarre un matrimonio, a prescindere dall’orientamento sessuale. Per il 16%, invece, ci sono differenze tra coppie.

Gli Italiani sanno quali coppie usufruiscono di più della GPA? Abbiamo sondato la loro conoscenza su questo tema, chiedendo secondo loro quali fossero le coppie che usufruiscono di più della Gestazione Per Altri, tra quelle etero e omosessuali. Il 32% ha correttamente risposto “più le coppie eterosessuali”, mentre per il 22% ne fanno utilizzo “più le coppie omosessuali”. Il 15% degli Italiani invece ritiene che il numero sia quasi lo stesso tra le coppie. Da sottolineare l’altro numero di indecisi sul tema, il 31%.
Sulla GPA si segnala che, secondo stime condotte nel 2023, usufruisca della pratica il 90% delle coppie eterosessuali.

È stato poi domandato se le adozioni di bambini dovessero essere estese a tutte le coppie, a prescindere dal genere dei genitori. Gli Italiani su questo tema sono spaccati: il 46% ha risposto di “sì”, mentre il 45% ha risposto di “no”

Attingendo dalle cronache che sono arrivate nelle scorse settimane dagli Stati Uniti, abbiamo domandato agli elettori se secondo loro fosse giusto che aziende, istituzioni ed enti pubblici adottino al loro intenro politiche DEI (Diversity, Equity & Inclusion). Il 47% ha risposto di “sì”, mentre il 40% ha detto di “no”.

Proprio in alcuni Stati USA, quando non a livello Federale, ci sono state limitazioni riguardo alle politiche per le persone transgender: accesso ai bagni, negazione del nome e genere scelto sui documenti e divieto per le donne transgender di partecipare agli sport femminili. Il 43% degli Italiani sì è detto favorevole a questo approccio, mentre il 39% si è detto contrario.

Tornando al nostro Paese, abbiamo chiesto se gli elettori fossero d’accordo con l’affermazione “l’Italia è sicura per le persone LGBTQ+”. Il 25% ha risposto “molto”, il 38% si dice “abbastanza” d’accordo (per un totale del 63%). Di contro, il 20% si dice “poco” d’accordo e l’11% “per nulla” d’accordo (per un totale del 31%)

Abbiamo poi chiesto se gli Italiani fossero d’accordo con l’affermazione “La criminalizzazione dell’omosessualità in alcuni Paesi dovrebbe essere un criterio per cui un migrante può chiedere asilo in Italia”. Il 45% si trova “molto” (28%) o “abbastanza” (17%) d’accordo, mentre il 40% “poco” (11%) o “per nulla” (29%) d’accordo.

Infine, è stato domandato agli Italiani se secondo loro l’educazione affettiva (c.d. “sessuale”) andrebbe insegnata nelle scuole di ogni grado. Il 63% si dice d’accordo, divisi tra il 10% che dice di “sì, dovrebbero farlo gli/le insegnanti” e il 53% che “sì, dovrebbe farlo del personale qualificato” come associazioni o medici. Il 35%, invece, si dice contrario: per il 15% “la scuola non è il luogo adatto” ad insegnare questi temi e per il 20% l’insegnamento dell’educazione affettiva è “compito della famiglia”


Andrea Cicciomessere
Redazione BiDiMedia