Le elezioni presidenziali che si sono svolte in Romania il 4 e il 18 maggio hanno visto prevalere al ballottaggio il sindaco di Bucarest Nicușor Dan, che ha vinto con il 53,6% dei voti. Dan subentra al presidente uscente Klaus Iohannis, che ha guidato il Paese per due mandati. La vittoria di Dan è vista come un segnale di stabilità e continuità nelle relazioni internazionali del Paese. Il candidato europeista ha infatti sconfitto il candidato sovranista George Simion, che era arrivato in testa al primo turno, quando aveva ottenuto il 40,9% delle preferenze. La campagna elettorale è stata caratterizzata da forti tensioni e una grande incertezza. La Romania aveva infatti deciso di annullare il primo turno delle elezioni presidenziali del 2024 a causa di interferenze russe e aveva impedito al candidato filo russo Calin Georgescu di ricandidarsi alle elezioni del 2025.
I candidati principali che si sono presentati a queste elezioni sono: George Simion, leader del partito di destra populista AUR, Crin Antonescu, sostenuto dalla coalizione di governo formata da PSD, PNL e UDMR, il candidato indipendente Nicușor Dan, l’ex presidente socialdemocratico diventato trumpiano Victor Ponta e la leader di USR Elena Lasconi. I risultati del primo turno hanno visto una netta affermazione di Simion, che ha ottenuto un risultato storico per la destra nazionalista rumena. L’altro elemento che ha lasciato sorpresi molti opinionisti è il clamoroso flop del candidato di governo Antonescu. PNL e PSD hanno dominato per decenni la politica rumena, ma hanno pagato il forte malcontento della popolazione rumena.
Simion ha trionfato in gran parte delle zone rurali rumene e nei Paesi della diaspora occidentale, dove ha ottenuto percentuali bulgare. Dan ha invece vinto nettamente a Bucarest, Cluj e in Moldavia. Antonescu ha vinto solamente nelle contee con un’alta percentuale di elettori appartenenti alla minoranza ungheresi, mentre nelle storiche roccaforti del PSD ha perso elettori verso Victor Ponta. In Italia Simion ha raccolto addirittura il 73% dei consensi, mentre Antonescu non è andato oltre il 4%.
Al secondo turno abbiamo assistito ad un incredibile rimonta di Dan. La vittoria è arrivata grazie al sostegno della maggior parte degli elettori dei candidati esclusi dal ballottaggio, ma anche ad un alto numero di nuovi elettori. L’affluenza è stata molto alta, in quanto si è recato alle urne il 64% degli aventi diritto rispetto al 53% del primo turno.
In Italia Simion ha vinto nettamente anche al secondo turno, ottenendo il 67% dei consensi. Tuttavia, anche qua Dan ha migliorato molto il risultato del primo turno, passando dal 15% al 33%. L’Italia è il Paese dove si è registrato il più alto numero di rumeni alle urne, quasi 300 mila, una cifra molto più alta delle precedenti tornate. La vittoria di Simion nel nostro Paese è stata netta su quasi tutto il territorio nazionale, anche in aree tradizionalmente di sinistra come Emilia Romagna e Toscana.
Matteo Scacchetti
Fabio Sottili
Redazione BiDiMedia