BiDiMedia presenta il nuovo sondaggio di fine febbraio con le intenzioni di voto per le elezioni europee 2024. Dopo la sconfitta sarda, calano tutti i partiti di maggioranza, risale il PD e per la prima volta appare sopra l’1% Sud Chiama Nord di Cateno de Luca.
Per la politica sono settimane delicate. Stiamo entrando infatti nel mese decisivo per la presenzazione delle liste per le Europee di giugno; lo sbarramento al 4% obbligherà diversi piccoli partiti a federarsi in liste di scopo.
Particolari fibrillazioni nell’area liberale/centrista, dove le ultime voci parlano di scissione di +Europa, con la componente maggioritaria che andrebbe a costituire la lista di scopo “per gli Stati Uniti D’Europa” lanciata da Emma Bonino assieme ad Italia Viva e altre formazioni minori d’area, mentre i possibili fuoriusciti (capeggiati da Pizzarotti) preferirebbero accasarsi con Azione. Altri partiti minori o regionali – come Sud chiama Nord del sindaco di Taormina, o Alternativa Popolare del discusso primo cittadino ternano Stefano Bandecchi, ma anche liste già presentatesi alle politiche come Noi Moderati – sono ancora in attesa di una collocazione con varie opzioni plausibili.
La maggioranza di governo è invece alle prese con diverse fibrillazioni dopo l’inattesa e dolorosa scofitta al fotofinish in Sardegna; al contempo incombe sul Cdx il timore di replicare lo stesso esito in Abruzzo tra 10 giorni: nella regione adriatica Marsilio risulta infatti avanti, come da sondaggio BiDiMedia del 19/02, ma la partita è tutt’altro che chiusa.
Nulla è ancora sicuro, per questo BiDiMedia proporrà in questo periodo diversi sondaggi; così da analizzare l’evolversi di uno scenario politico ad oggi estremamente fluido.
Europee 2024: le intenzioni di voto
Nel Sondaggio BiDiMedia per le Europee, i partiti della maggioranza di governo sono rilevati tutti in calo. La perdita di consensi più netta è quella della Lega, che reduce del pessimo risultato in Sardegna, scende di mezzo punto al 8,5%. Calo più contenuto per Fratelli d’Italia (-0,2, 28,1%) mentre reggono, perdendo solo un decimo di punto, FI (6,5%) e Noi Moderati, che è però ormai sotto al punto percentuale. -0,9 complessivo per la maggioranza.
Variazioni più variegate nelle opposizioni. Il PD guadagna 3 decimi di punto dopo la vittoria in terra sarda e torna al 20% esatto. I Dem sperano nell’Abruzzo per rinsaldare le opposizioni e dare un’altra spallata al governo, nel frattempo si godono un buon momento dopo mesi di stagnazione. Il M5S nonostante il trionfalismo di Giuseppe Conte almeno per ora non incassa nulla e anzi perde un decimo di punto, attestandosi al 15,5%.
Nell’area centrista, perdono un decimo ciascuno Italia Viva e + Europa (3 e 2,4 per cento) e li guadagna entrambi Azione (4,3%). Il Partito di Carlo Calenda sarebbe al momento l’unico dell’area a superare il 4%, seppur di poco. Non resta che attendere le imminenti novità sulle liste unitarie liberali. Vive invece un ottimo periodo di tendenziale crescita la Sinistra dell’Allenza Sinistra-Verdi: la formazione di Fratoianni e Bonelli guadagna 2 decimi ed è ormai a un passo dallo sbarramento del 4%.
Tra le formazioni più piccole o nuove, si fa notare Sud Chiama Nord, il partito di Cateno de Luca che già alle politiche era riuscito nella non semplice impresa di vincere un collegio uninoiminale entrando in Parlamento. Il partito meridionalista di origine sicula sta cercando di espandersi anche in continente e risulta per la prima volta sondato sopra al punto percentuale (1,2%), un pacchetto di voti che fa gola a molti in vista di giugno. Scende invece Italexit il cui futuro è incerto dopo l’abbandono del fondatore e frontman Paragone. Stabile Democrazia Sovrana Popolare, altre liste in netto calo al 1,6%.
La nota metodologica, assieme alle slide, è pubblicata qui di seguito e sul sito ufficiale del ministero www.sondaggipoliticoelettorali.it entro i tempi previsti dalla legge.